Il restauro architettonico prevede una fase preliminare di studio, durante la quale vengono eseguiti dei saggi stratigrafici che consentono di:
Una volta analizzate queste informazioni, si redige il progetto di intervento che verrà sottoposto alla direzione lavori e, qualora si tratti di beni immobili vincolati, lo stesso verrà inviato alla Curia (nel caso di bene ecclesiastico) o alla Soprintendenza di competenza (sia nel caso di beni immobili privati che pubblici).
Ottenuto il nullaosta, si dà luogo alle operazioni conservative, ossia:
Per il restauro architettonico Ophis, nel rispetto della sua identità e filosofia, individua attentamente prodotti prevalentemente non chimici, non industriali, tutt’al più artigianali che utilizzano calci di fornace ed inerti di granulometria e tonalità selezionata (provenienti da cave verosimilmente presenti in aree limitrofe al cantiere e affini a quelle riscontrate nell’analisi petrografica delle malte che costituiscono il rivestimento originale dell’immobile).
Nelle diverse fasi di pulitura delle superfici intonacate vengono attestate soluzioni/miscele detergenti che possano ridurre considerevolmente gli strati di depositi e/o croste nere, evitando l’uso di agenti chimici aggressivi che potrebbero non solo corrodere la superficie ma anche penetrare in profondità in modo irreversibile. Non ultimo, l’attenzione a non disperdere le sostanze risultanti dal risciacquo delle diverse fasi di pulitura: la scelta, pertanto, di tali soluzioni pulenti avviene attraverso test di detergente a base di enzimi stabilizzati, oppure attraverso la preparazione di gel, realizzati ad hoc, sulla scorta dei risultati forniti dalle analisi di sezioni sottili effettuate sulle superfici.